22 novembre 2011

Acqua bene comune - Convegno Biblioteca Siniscola 11/11/11

Come da promessa ecco un resoconto del convegno PROMOSSO DALL'UNESCO dal titolo: "Acqua bene Comune" che si è tenuto presso la  Biblioteca comunale di Siniscola.
Oltre all'attenta presenza da parte degli studenti sulle  tematiche affrontate e loro docenti, c'è stata la partecipazione di relatori esperti.
La manifestazione ha coinvolto ben tre Istituti agrari del territorio, quello di Siniscola, di Bitti e di Sorgono.
In particolare il Dott. Francesco Murgia - Geologo e funzionario Provincia Nuoro ha trattato la tematica: Risorse idriche del bacino del Monte Albo, trattando di grotte e risorse idriche sotterranee, delle tecniche di monitoraggio sulla quantità, origine, percorso e qualità di queste risorse e della possibilità di approvvigionamento a uso potabile.
Mentre il Prof. Maurizio Fadda - Agronomo e docente comandato ufficio Scolastico Provinciale di Nuoro - Area sostegno all'autonomia, ha trattato e sviscerato le tematiche più tecniche del settore Agrario relative all'uso delle acque, e come si possa utilizare questo bene prezioso in maniera sostenibile, quindi tutte le tecniche di coltivazione agraria utili a questo scopo. E' stata sottolineata l'importanza della qualità di questo bene affinchè venga garantita la salubrità ambientale e umana, l'importanza dell'agricoltura biologica e il ruolo che essa ricopre nel raggiungimento di tali scopi.
Infine la sottoscritta Dott.ssa Anna Lisa Cuccui Dottore di Ricerca Ambientale Università di Sassari oltre a definire meglio concetti quali biodiversità, sviluppo sostenibile, normativa alla protezione della risorsa acqua e stato dell'arte sgli indici capaci di definire la qualità biologica della risorsa, ho  focalizzato il mio intervento sulle tecniche e metodologie di  monitoraggio biologico sia della risorsa che gli ambienti umidi per garantire biodiversità e salubrità abientale grazie a uno sviluppo veramente sostenibile.

08 luglio 2011

Ma quanto siamo bravi a riciclare?

Stavolta nel mirino il cartone...e ci si chiede: "se non siamo capaci a reciclare il cartone in maniera salubre...come si fa con gli altri materiali?"

"Una ricerca pubblicata su Packaging technology and Science condotta dal professore Koni Grob (chimico dell’Official Food Control di Zurigo) prova che il cartone riciclato usato per il packaging è addirittura pericoloso a causa dei residui di inchiostro.
Infatti il riciclo del cartone usato per l’imballaggio secondario, sia quello che non viene a diretto contatto con i cibi e sia quello a contatto diretto con una confezione “primaria” di cartone non riciclato che è stata stivata in scatoloni più grandi di cartone ondulato riciclato, è normalmente contaminato da inchiostri derivati dal petrolio ( infiammazioni e cancro)". (Ecoblog, 2011)

Che dire? Qualche dubbio sui criteri di differenziazione in me (da addetta ai lavori..)era già sorto, infatti mi chiedevo ad esempio: gli scontrini fiscali dove vanno a finire? In essi sono contenuti inchiostri derivati dal petrolio, cioè da da oli minerali che se assorbiti in grosse quantità possono mettere in serio pericolo la salute di tutti noi! Per non parlare delle confezioni stampate che contengono pasta o altro..insomma le riviste i volantini la carta stampata...non potrà certo essere reciclata a scopi poi di utizzo in imballaggi alimentari!
Mi auguro di no!...come al solito grande problema sottovalutato!

05 maggio 2011

SVILUPPO SOSTENIBILE: QUANDO L'ECOLOGIA CONTA!



Il cosidetto "equlibrio delle tre E" trova la prima definizione in ordine temporale nel 1987 nel rapporto Brundtland redatto dall’ONU (World Commission on Environment and Development, WCED) e recitava più o meno così:
«…..è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni»

Visione alquanto antropogenica!...da allora sino a oggi ha subito diverse modifiche a esempio nel 1992 viene precisato dalla World Conservation Union:

“…..un miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi di supporto, dai quali essa dipende”.

Herman Daly definisce le tre condizioni generali concernenti uno sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, secondo un concetto di ricerca dell’equilibrio auspicabile tra uomo ed ecosistema:
1. il tasso di utilizzazione delle risorse rinnovabili non deve essere superiore al loro tasso di rigenerazione;
2. l'immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell'ambiente non deve superare la capacità di carico dell'ambiente stesso;
3. lo stock di risorse non rinnovabili deve restare costante nel tempo

Chi è in grado di definire il tasso di utilizzazione delle risorse e confrontarlo con il tasso di rigenerazione? Chi è in grado di controllare, monitorare misurare l’emissione di sostanze inquinanti e definire la capacità di carico (carring capacity)? L’ecologo!

Negli anni Novanta prima (1994) l'ICLEI (International Council for Local Environmental Initiatives)
Sviluppo che offre servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare l'operabilità dei sistemi naturali, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi definisce lo sviluppo sostenibile come lo sviluppo che fornisce elementi ecologici, sociali ed opportunità economiche a tutti gli abitanti di una comunità, senza creare una minaccia alla vitalità del sistema naturale, urbano e sociale che da queste opportunità dipendono..”.
Poi nel 1997 con il protocollo di Kyōto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici istituendo il risparmio energetico attraverso l'ottimizzazione sia nella fase di produzione che negli usi ed educazione al consumo consapevole e lo sviluppo delle fonti alternative di energie.

Ora nel 2001, l'UNESCO ha ampliato il concetto di sviluppo sostenibile indicando che:

"La diversità culturale è necessaria per l'umanità quanto la biodiversità per la natura, la diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un mezzo per condurre una esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale".

Ed ecco che la diversità culturale diventa il quarto cardine accanto al tradizionale equilibrio delle “tre E”.
Attualmente il nuovo concetto di Sviluppo sostenibile ha contribuito a generare diversi approcci multidisciplinari vengono mosse calde critiche dai movimenti facenti capo alla “Teoria della Decrescita” ritenendo impossibile pensare uno sviluppo economico basato sui continui incrementi di produzione di merci che sia anche in sintonia con la preservazione dell'ambiente, in particolare viene condannata l'ottica dello sviluppo sostenibile dei paesi occidentali che si trovano di fronte al paradossale problema di dover consumare più del necessario pur di non scalfire la crescita dell'economia di mercato, che genera inevitabilmente l’importante problematica dello sovrasfruttamento delle risorse naturali, aumento dei rifiuti, mercificazione dei beni.
Il tutto non è quindi compatibile con la sostenibilità ambientale: lo sviluppo sostenibile appare quindi come una contraddizione in termini, in ogni caso non più applicabile ad un modello economico destinato a durare nel tempo.


A novembre 2009 si è pubblicatala norma ISO 26000 "Guida sulla responsabilità sociale" che intende fornire una guida mirata a responsabilizzare tutti i tipi di organizzazioni sull'impatto delle loro attività sulla società e sull'ambiente, affinché tali attività siano condotte in una modalità che, in accordo con le leggi applicabili, sia basata su un comportamento etico e sia consistente con gli interessi della società e di uno sviluppo sostenibile.
Il concetto di sviluppo sostenibile in Italia, alla luce del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, in materia "ambientale" con le modifiche apportate dal D.lgs 16 gennaio 2008.

All’art. 3-quater (Principio dello sviluppo sostenibile) si recita:

La risoluzione delle questioni che coinvolgono aspetti ambientali deve essere cercata e trovata nella prospettiva di garanzia dello sviluppo sostenibile, in modo da salvaguardare il corretto funzionamento e l'evoluzione degli ecosistemi naturali dalle modificazioni negative che possono essere prodotte dalle attività umane”.

Insomma Ambientale non è Ambientalista, è necessaria una multidisciplinarità per rendere possibile questa grande intenzione umana: gli economisti ambientali come il diritto ambientale rimangono materie fondamentali, ma come potrete notare da questa carrellata di eventi, si parla sempre di risorse ambientali e di non superare la carring capacity di un ecosistema, o capacità portante..per intenderci il punto di non ritorno, dove il sistema viene reso anaelastico per il troppo sfruttamento!
E allora chi ha il coraggio di dire che gli ecologi, il biologo, il botanico..insomma lo specialista di settore a seconda della risorsa in questione, non c’entra nulla?
Ancora di più un Ambientale (dottore e/o ricercatore) considera l’uomo (come da buon ecologo) facente parte degli ecosistemi…a differenza dell’Ambientalista che lo mette all’esterno!
Che dire: non si potrà avere sostenibilità e sviluppo sostenibile finché vige cattiva informazione e pregiudizio verso l’Ecologia e materie affini..splendida e delicata scienza nata relativamente di recente (anni Settanta circa) che ne ingloba tantissime altre (es. filosofia, economia, biologia, ecc).
Rifflettiamoci su, affinché quegli sforzi fatti dalle comunità non vadano persi!

24 marzo 2011

Nube radioattiva sull'Europa...c'è da preocuparsi?


Questi giorni siamo stati raggiunti da una perturbazione che portava con sè le radiazione dell'incidente avvenuto in Giappone, per una concentrazione di 0,001 Bq / m 3 in Francia e sul resto dell’emisfero settentrionale.
L’Ispra ammette anche in Italia aumenterà la radioattività, ma sottolineando che si tratta di dosi minime.
Quando gli organismi sono esposti alle radiazioni, l’unità di misura utilizzata per valutare la quantità assorbita è il Sievert (Sv) la dose massima di assorbimento prevista dalla normativa italiana è di 1 mSv/anno al disopra della quantità annua di 2,4 mSv (radioattività naturale della Terra).
Per intenderci l'ISPRA pone come limite di Bq tollerabili in un edificio vanno da 400 Bq/m3 a 200 Bq/m3 .
l’ASN (Autorité de sureté du nucléaire -ASN), afferma che: "...la nube non avrà nessuna conseguenza sulla salute e le radiazioni saranno da 1000 a 10.000 volte inferiori a quelle di Chernobyl".
Patrick Gourmelon, direttore della radioprotezione dell’IRSN (Institut de radioprotection et de sureté nucléaire) esprime tranquillità sull'argomento.
Di contro Roland Desbordes, presidente del CRIIRAD (Commission de recherche et
d’information indépendantes sur la radioactivité) non riesce a affermare che si tratta di una nube totalmente inoffesiva ricordando e sottolineando che per una esposizione minima il rischio rimane!
Ragionando sugli effetti delle radiazioni in natura ricordiamo che nell'uomo provoca: cancro, anomalie genetiche a breve e lungo termine e via dicendo...avrei preferito alla luce di tali pareri...avere la possibilità di sotrarmi a tale esposizione!

12 marzo 2011

Disastro ambientale....si teme il peggio!


Gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) affermano che il terremoto che ha scosso il Giappone sia il più forte distruttivo degli ultimi 150 anni (ben 900 volte più violento di quello dell’Aquila).
A causa dell’interruzione delle linee di comunicazione le notizie sono incerte e frammentarie ma dai filmati trasmessi via web e tv si può constatare la violenza con cui lo tsunami che si è verificato (onda di dieci metri di altezza) ha sommerso e resettato il territorio.
Considerando che un metro cubo d’acqua ha il peso di una tonnellata l’onda anomala ha mosso una moltitudine di metri cubi d’acqua con una forza devastante moltiplicata per la velocità della stessa ottenendo una forza devastante senza precedenti.(Ecoblog)
Ora tale catastrofe ha causato un reset ambientale profondo, ad ora le cause sono state definite di origine naturali ma non sono state individuate esattamente e sono oggetto di misurazione e di studio.
Mi è capitato di studiare un reset naturale di un corso d’acqua di grande portata causata da una piena eccezionale rio Flumineddu (Dorgali) nel 2004..oggetto di una memoria scientifica (Cuccui et al, Atti convegno, Parco Alcantara -Sicilia).
Ora nulla a paragone..ma vi assicuro che in piccola scala ha causato un grosso reset ambientale e a distanza di 7 anni il sistema non si è ancora riorganizzato nel suo equilibrio ecologico, pur avendo grandi potenzialità ecologiche ambientali, sia delle comunità vegetali (vegetazione arborea, arbustiva e acquatica), che quelle animali. Tale piena si è verificata dopo 50 anni con una violenza senza precedenti, in un ecosistema naturale e per fortuna non ospitava comunità umane!
Pensiamo al caso del Giappone, dove oltre all’impatto distruttivo di origine naturale rischia di scatenarsi un incidente sulle centrali nucleari…praticamente la ciliegina sulla torta.
Le autorità assicurano che per ora il problema non sussiste e il punto critico è stato individuato nella centrale nucleare di Fukushima, a circa 800 km da Tokyo, dove a causa del terremoto, l’impianto di raffreddamento potrebbe essere rimasto danneggiato.
Ecco che si riapre il vecchio dibattito sulla sicurezza del Nucleare e della possibilità che in Sardegna ne venga installata più di una.
Il Dilemma si riapre sull’energia pulita..anche se l’esperienza degli anni ‘80 ci ricorda (Cernobyl) cosa può provocare un incidente a questi impianti…soprattutto per chi come me lavora nel preservare l’ambiente e nell’ottica del ripristino e della prevenzione sugli impatti ambientali e ricorda quegli anni di piena infanzia e prima percezione degli eventi!

25 febbraio 2011

Quanto è incontaminato il nostro amato ambiente?


"Si parla con una
certa preoccupazione della cosiddetta
sindrome di Quirra, così chiamata per via
dell’alta percentuale di leucemie riscontrate in
quel territorio Sardegna sud-orientale dove sorge un
poligono militare sperimentale. Ha fatto recentemente notizia il ritrovamento, da parte delle Forze dell’Ordine, prima di una grande
discarica di materiale e attrezzature utilizzate
per esercitazioni belliche e poi di un missile
inesploso rinvenuto nel mare di Capo S. Lorenzo.
Sono stati di conseguenza sequestrati i fondali marini; il
sospetto è che al largo di Quirra ci sia un cimitero di rifiuti militari"
(ECOBLOG).

Certo queste notizie lasciano di stucco!
Sia sulla sicurezza della salute umana che sul fatto che nella nostra amata Isola probabilmente sia stato perso per alcune zone quell'integrità e salubrità ambientale che noi tutti abbiamo toccato con mano in passato.
Questo caso citato è soltanto un caso fra tanti che si rinvengono purtroppo a macchia di leopardo nel territorio sardo.
Pare che la Sardegna nell'aria nel suolo e nell'acqua non sia poi così incontaminata come la percepiamo!

30 gennaio 2011

Risposte biologiche alla Luce: influenza sulle emozioni umane



Il termine luce deriva dal latino (lux) si riferisce alla porzione dello spettro elettromagnetico visibile dall'occhio umano, ed è approssimativamente compresa tra 400 e 700 nanometri.

La risposta biologica alla luce nel lungo periodo determina l’alterazione dei ritmi cicardiani, interessando alcuni aspetti importanti come la temperatura corporea, la concentrazione …., grazie ai fotorecettori, che sono particolarmente sensibili alla luce blu (intorno a 480 nanometri).
Alcuni Neuroscienziati delle Università di Liegi, Ginevra e Sussex (Proceedings of the National Academy of Science-PNAS), hanno dimostrato che la luce è in grado di modificare e influenzare le emozioni.
Sottoponendo un campione di persone arrabbiate e non, registrando il cambiamento d’umore dopo l’esposizione a lungo periodo alla luce blu.
Un altro studio molto interessante dimostra che esiste “un imprinting stagionale" legato ai ritmi di esposizione alla luce diurna nel periodo neonatale, infatti la stagione in cui un bambino nasce ha un'influenza critica e duratura sulle funzioni del suo orologio biologico (Vanderbilt University pubblicata su Nature Neuroscience).
Secondo i ricercatori, questo effetto spiegherebbe perché i bambini nati nei mesi invernali hanno un rischio superiore di incorrere in disturbi come la depressione, il disturbo affettivo stagionale, il disturbo bipolare e la schizofrenia, studi precedenti a questo evidenziano che la luce influisce sullo sviluppo delle aree del cervello, in primo luogo il sistema visivo! (Scientific American, 2010).
Anna Lisa Cuccui

05 dicembre 2006

MA LA SPECIE ESISTE?


Il concetto di specie resta tutt’oggi un dogma irrisolto nella scienza. Diverse sono le scuole di pensiero che esaltano o demoliscono questo concetto.
Mesi fa presso i cicli di lezione che si tengono nel XX ciclo di dottorato a Nuoro, uno dei più autorevoli botanici Sardi : il Prof. Ignazio Camarda a tal proposito ha voluto tenere delle lezioni su questo concetto ricordando che nel mondo vegetale il discorso è estremamente complicato.
Partendo dalle basi si è parlato del concetto fissista Linneiano, (circa nel 1753), che si basava sul tipus, per arrivare a Brichet con la diversità individuale, 1899, oggi esiste la genetica che viene incontro nel definire un individuo appartenente alla stessa unità tassonomica.
Ma è lecito chiedersi quali sono questi caratteri diagnostici discriminanti, la specie è un’unità morfologica ma anche ecologica con caratteri genetici ben precisi.
Qualcuno azzarda: “…la specie è un’astrazione mentale e nulla più!..” Bè da ammettere che potrebbe esserlo!
E come la mettiamo con il concetto di specie evoluzionistico?..esiste il fattore tempo, la tendenza alla differenziazione, ma ci sono una serie di fenomeni epistatici che “garantiscono” il mantenimenti di alcuni caratteri…
L’epistasi blocca la differenziazione…forse sarà necessario ricercare ancora su questi argomenti ma quanto è importante capire il vero significato della specie, credo parecchio soprattutto perché si acquisiscono informazioni utili sul funzionamento di questa complessa macchina che si automantiene..chiamata pianeta Terra.

08 maggio 2006

ISTINTO & SOPRAVVIVENZA: "...nel caso di scelte importanti è meglio non riflettere troppo!!"


Qualcuno direbbe: "decidere secondo incoscenza"...
Spesso sulle decisioni cova l'impossibiltà di rifletterci su, alcune volte le scelte possono divenire addirittura di importanza vitale, e in tali circostanze inaspettatamente, risultano essere le migliori.
Una recente scoperta sull'argomento indica che l'istinto è fondamentale per garantire la scelta migliore cntrariamente alla teoria della "riflessione profonda".
Capita infatti che dormirci sopra aiuti a trovare la giusta soluzione. Alcuni studiosi dell'Università di Amsterdam, hanno cercato di stabilire se l'analisi razionale è capace di condurre sempre e in ogni caso ad una scelta ottimale.
Gli esperimenti portati avanti riguardavano decisioni semplici e decisioni complesse.
Il risultato è stato inatteso: per decisioni semplici i soggetti che ci riflettevano su, prendevano le decisioni migliori, ma se la decisione era complessa il vantaggio era ragionare meno.
Tradotto in termini scientifici: ...quando i dati da gestire sono troppi, il cervello non è in grado di prendere in esame tutti gli aspetti rilevanti e si arriva ad una scelta valida solo se questo processo ha luogo a livello inconscio. In tali frangenti accade che il pensiero cosciente, che ha una capacità di elaborazione limitato, non è in grado di garantire una visione di insieme, portando a compiere scelte errate!"
Quando si dice che pensare troppo fa male!!

07 maggio 2006

J. LOVELOCK:"..IL NUCLEARE PER GARANTIRE LA SOPRAVVIVENZA DELLA SPECIE"




L'IPOTESI DI GAIA: Il Prof. J. Lovelock, il papà dell'ipotesi di Gaia, sostiene che la Terra si comporta come un organismo vivente, in cui differenti sistemi sono interconnesi fra loro secondo complessi meccanismi di feedback...
Effettivamente la Terra può essere paragonata ad un "super organismo", dal momento che è costituito da vari subsistemi viventi.
PREVISIONI: Nonostante venga acusato di manie catastrofiche, le previsioni del Prof. Lovelock sull'evoluzione dei cambiamenti climatici su scala globale sono ben precise e inquietanti: si parla di una Terra con stato di "salute" compromessa, a tal punto, da mettere in pericolo la sopravvivenza stessa della nostra civiltà...quindi il nucleare diventa per lo scienziato una necessità irrinunciabile.
"The Revenge of Gaia" è il suo ultimo libro, nel quale vengono illustrati gli elementi che dimostrano l'irreversibilità del riscaldamento globale con previsioni veramente inquietanti: nei prossimi 10/20 anni ci saranno gravi sconvolgimenti climatici...
La Terra, secondo lo scienziato, sta entrando in una fase più calda irreversibile, perchè dei circoli di feedback positivo ampliano i cambiamenti climatici invece di regolarli.
Ormai si deve cercare di salvare il salvabile: l'umanità..la Terra è insalvabile!
Sostiene inoltre: "tutto il discorso sullo sviluppo sostenibile ed energie alternative arriva troppo tardi, sarebbe stato neccessario pensarci almeno 50 anni fa!! Il nucleare rappresenta una medicina temporanea capace di apporti energetici necessari a garantire la soppravvivvenza della specie. Ogni paese dovrebbe attrezzarsi con il nucleare per far frone all'emergenza energetica e climatica che verrà. In Italia non si hnno centrali ma in Francia si..quindi il rischio è più o meno lo stesso. Esistono negli USA stoccaggi di scorie radioattive che permettono di ridurre la radiazione a soglie inferiori a quelle naturali. Chernobyl e il suo incidente ha intimorito l'opinione pubblica...ma a Londra nel 1952, in una sola notte morirono 5000 persone a causa dell'inquinamento da carbone nell'aria e tutt'oggi la salute dei cittadini ne risente. Il genere umano è il cuore e la mente del pianeta, una preziosa risorsa per Gaia, sarebbe necessario prenderne coscienza prima che sia troppo tardi".
Per lo scienziato inglese l'energia nucleare è uno strumento addirittura irrinunciabile per combattere il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici che ne conseguono.
Che fare?