05 dicembre 2006

MA LA SPECIE ESISTE?


Il concetto di specie resta tutt’oggi un dogma irrisolto nella scienza. Diverse sono le scuole di pensiero che esaltano o demoliscono questo concetto.
Mesi fa presso i cicli di lezione che si tengono nel XX ciclo di dottorato a Nuoro, uno dei più autorevoli botanici Sardi : il Prof. Ignazio Camarda a tal proposito ha voluto tenere delle lezioni su questo concetto ricordando che nel mondo vegetale il discorso è estremamente complicato.
Partendo dalle basi si è parlato del concetto fissista Linneiano, (circa nel 1753), che si basava sul tipus, per arrivare a Brichet con la diversità individuale, 1899, oggi esiste la genetica che viene incontro nel definire un individuo appartenente alla stessa unità tassonomica.
Ma è lecito chiedersi quali sono questi caratteri diagnostici discriminanti, la specie è un’unità morfologica ma anche ecologica con caratteri genetici ben precisi.
Qualcuno azzarda: “…la specie è un’astrazione mentale e nulla più!..” Bè da ammettere che potrebbe esserlo!
E come la mettiamo con il concetto di specie evoluzionistico?..esiste il fattore tempo, la tendenza alla differenziazione, ma ci sono una serie di fenomeni epistatici che “garantiscono” il mantenimenti di alcuni caratteri…
L’epistasi blocca la differenziazione…forse sarà necessario ricercare ancora su questi argomenti ma quanto è importante capire il vero significato della specie, credo parecchio soprattutto perché si acquisiscono informazioni utili sul funzionamento di questa complessa macchina che si automantiene..chiamata pianeta Terra.

08 maggio 2006

ISTINTO & SOPRAVVIVENZA: "...nel caso di scelte importanti è meglio non riflettere troppo!!"


Qualcuno direbbe: "decidere secondo incoscenza"...
Spesso sulle decisioni cova l'impossibiltà di rifletterci su, alcune volte le scelte possono divenire addirittura di importanza vitale, e in tali circostanze inaspettatamente, risultano essere le migliori.
Una recente scoperta sull'argomento indica che l'istinto è fondamentale per garantire la scelta migliore cntrariamente alla teoria della "riflessione profonda".
Capita infatti che dormirci sopra aiuti a trovare la giusta soluzione. Alcuni studiosi dell'Università di Amsterdam, hanno cercato di stabilire se l'analisi razionale è capace di condurre sempre e in ogni caso ad una scelta ottimale.
Gli esperimenti portati avanti riguardavano decisioni semplici e decisioni complesse.
Il risultato è stato inatteso: per decisioni semplici i soggetti che ci riflettevano su, prendevano le decisioni migliori, ma se la decisione era complessa il vantaggio era ragionare meno.
Tradotto in termini scientifici: ...quando i dati da gestire sono troppi, il cervello non è in grado di prendere in esame tutti gli aspetti rilevanti e si arriva ad una scelta valida solo se questo processo ha luogo a livello inconscio. In tali frangenti accade che il pensiero cosciente, che ha una capacità di elaborazione limitato, non è in grado di garantire una visione di insieme, portando a compiere scelte errate!"
Quando si dice che pensare troppo fa male!!

07 maggio 2006

J. LOVELOCK:"..IL NUCLEARE PER GARANTIRE LA SOPRAVVIVENZA DELLA SPECIE"




L'IPOTESI DI GAIA: Il Prof. J. Lovelock, il papà dell'ipotesi di Gaia, sostiene che la Terra si comporta come un organismo vivente, in cui differenti sistemi sono interconnesi fra loro secondo complessi meccanismi di feedback...
Effettivamente la Terra può essere paragonata ad un "super organismo", dal momento che è costituito da vari subsistemi viventi.
PREVISIONI: Nonostante venga acusato di manie catastrofiche, le previsioni del Prof. Lovelock sull'evoluzione dei cambiamenti climatici su scala globale sono ben precise e inquietanti: si parla di una Terra con stato di "salute" compromessa, a tal punto, da mettere in pericolo la sopravvivenza stessa della nostra civiltà...quindi il nucleare diventa per lo scienziato una necessità irrinunciabile.
"The Revenge of Gaia" è il suo ultimo libro, nel quale vengono illustrati gli elementi che dimostrano l'irreversibilità del riscaldamento globale con previsioni veramente inquietanti: nei prossimi 10/20 anni ci saranno gravi sconvolgimenti climatici...
La Terra, secondo lo scienziato, sta entrando in una fase più calda irreversibile, perchè dei circoli di feedback positivo ampliano i cambiamenti climatici invece di regolarli.
Ormai si deve cercare di salvare il salvabile: l'umanità..la Terra è insalvabile!
Sostiene inoltre: "tutto il discorso sullo sviluppo sostenibile ed energie alternative arriva troppo tardi, sarebbe stato neccessario pensarci almeno 50 anni fa!! Il nucleare rappresenta una medicina temporanea capace di apporti energetici necessari a garantire la soppravvivvenza della specie. Ogni paese dovrebbe attrezzarsi con il nucleare per far frone all'emergenza energetica e climatica che verrà. In Italia non si hnno centrali ma in Francia si..quindi il rischio è più o meno lo stesso. Esistono negli USA stoccaggi di scorie radioattive che permettono di ridurre la radiazione a soglie inferiori a quelle naturali. Chernobyl e il suo incidente ha intimorito l'opinione pubblica...ma a Londra nel 1952, in una sola notte morirono 5000 persone a causa dell'inquinamento da carbone nell'aria e tutt'oggi la salute dei cittadini ne risente. Il genere umano è il cuore e la mente del pianeta, una preziosa risorsa per Gaia, sarebbe necessario prenderne coscienza prima che sia troppo tardi".
Per lo scienziato inglese l'energia nucleare è uno strumento addirittura irrinunciabile per combattere il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici che ne conseguono.
Che fare?

04 maggio 2006

La scienza si globalizza

A. Checov (narratore russo) scriveva: "..non esiste una scienza nazionale.."
La scienza si globalizza!! secondo l'ultimo rapporto della National Science Foundation degli Stati Uniti, conferma che il sapere scientifico e tecnologico non è più appannaggio dei paesi occidentali. In termini economico-monetari la spesa in ricerca scientifica e tecnologia è in costante aumento.
La Cina comincia a far sentire prepotentemente il suo peso, è il terzo grande investitore in ricerca scientifica dopo gli USA e il Giappone.
Anche la Corea del sud, Taiwan e Singapore sono oggi, fra i più alti nel mondo. Per quanto riguarda l'India, altro grande colosso in piena espansione, i dati sono frammentari, ma suggeriscono un rapido sviluppo.
Chiaramente tutto è proporzionato ai risultati ottenuti: le pubblicazioni!!!
E l'Italia dove è finita?

19 aprile 2006


SEMINARIO: "Il Suolo nelle aree urbane".
(Prof. Ajmone Marsan - Università di Torino- Chimica Agraria)

Questo interessante seminario si è svolto presso l'Università degli Studi di Sassari, sede Gemmata a Nuoro il 07/04/06.
Il Prof. Ajmone Marsan detiene un curriculum impeccabile, e ha partecipato e partecipa, al progetto internazionale sull'inquinamento dei suoli urbani.
Dalla sua relazione sono emersi diversi aspetti e una giusta dose di humor, (che non guasta mai), rendendo il seminario piacevole all'ascolto, ma allo stesso tempo è stato molto tecnico e professionale.
Si è parlato di aree urbane, con diversi esempi e casi italiani e dei vari problemi ambientali ad essi connessi.
Si è parlato di evoluzione urbana, definizione e percezione complessa del sistema "suolo urbano", legando l'ambito puramente scientifico a quello strettamente economico, sociale. Infatti il suolo in città oltre ad essere base per gli edifici e infrastrutture, ospita vari servizi e sottoservizi, aree verdi...
I principali problemi che affliggono i suoli urbanisono: asfalto,compattazione, scavo e riporto, miscelazioni ad altri materiali. Ma allo stesso tempo il suolo urbano funge da supporto alla vegetazione, ha valore paesaggistico e ricreativo.
Per quanto concerne la qualità dei suoli urbani è molto difficile stabilirla a causa delle grandi differenze che intercorrono tra questi e gli ecosisteminaturalio seminaturali. Nonostante tutto è possibile ed è necessario attuare dei monitoraggi.
Si incontrano tanti problemi per il campionamento, perchè manca un'omogeneità e la continuità, si tratta alcune volte di spazi e dimensioni contenute (significatività), abbiamo il problema del cambiamento d'uso, che nelle città sono repentini e frequenti.
Per non parlare della difficoltà di acessibilità: proprietà privata, permessi amministrativi, limitazioni al traffico.
Esistono, per concludere, problemi legati alla sicurezza: suoli inquinati, aree ad alto traffico e tossicodipendenza.
Potrei relazionare per molte altre righe ancora, ma il post ha già assunto dimensioni troppo grandi...e troppo tecniche.
La parte più interessante di tutto il seminario è stata la parte di natura metodologica sui campionamenti...Tutto questo discorso verte su un unico drammala qualità del suolo urbano incide sulla salute umana più di quanto pensiamo: riguarda essenzialmente la nostra nicchia ecologica capace di influenzare la nostra salute e quella dell'ambiente in cui viviamo!

07 aprile 2006

LA SCIENZA...CLUB ESCLUSIVO?
 
Per secoli in Europa la scienza è stata in mano all'aristocrazia che per averne l'esclusiva formava "cetto chiuso", con vincoli familiari e addirittura politici...
Oggi la formazione universitaria e aperta a tutti...con grandi costi da sostenere, dato dall'alto tenore di vita generale, ma fortunatamente lo stato di cose odierne permette a "chiunque" di ambire alla conoscenza..in ogni settore.
Se il quadro si estende al continente europeo tuttavia possiamo affermare che il potere, pur non essendo più gestito esclusivamente dai nobili, è comunque frequente la formazione di "club esclusivi", più precisamente esiste un grave dislivello fra stati europei.
Fare il ricercatore in Italia è molto difficile, perdiamo inostri cervelli, e quel che è peggio non sappiamo attirarne dall'estero!
La precarietà scoraggia, questa situazione porta all'inquietante assenza di giovani nel panorama della ricerca.
Ad esempio in Francia e nel Regno Unito gli "under 35" superano ampiamente circa il 10%, mentre da noi si fermano sotto il 5%.
Penso sia il caso di rifletterci su...è impensabile che il futuro di una nazione giochi esclusivamente sul "conservare"...invece di garantire contemporaneamente l'innovazione, soprattutto quando si parla di ricerca scientifica!

06 marzo 2006

LA RICERCA IN CAMPO AMBIENTALE E FORESTALE NEL CENTRO SARDEGNA


Lo scorso 4 Febbraio presso la sede staccata dell'Universita sassarese a Nuoro in Scienze si è svolto un seminario per la presentazione dei dati ottenuti dai neo-dottori del XVIII ciclo di Dottorato di ricerca. Questi lavori sono veramente interessanti e utili ai fini gestionali in un campo alquanto delicato e complesso quale l'ambiente e la salubrità dello stesso.
Io faccio parte del XX ciclo di dottorato e in particolare mi occupo di Idrobiologia, il mio interesse verte soprattutto verso gli ecosistemi fluviali, e qualità biologica delle acque. Per dare un'idea del lavoro che pviene intrapreso da ogni dottorando e dell'importanza della ricerca e delle attività che si svolgono nell'Università nuorese, in questa sede ho intenzione di illustrare in maniera sintetica la tipologia di attività svolte e da svolgere.
Il tema di ricerca che dovrò affrontare e svolgere nei tre anni è la sperimentazione di indici che utilizzano le macrofite acquatiche come possibili bioindicatori nei sistemi d'acqua corrente, mediante riscontro e correlazione con indici e procedure già assodatecome L'Indice Biotico Esteso, l'Indice di Funzionalità Fluviale, che comunque dovrà essere adattato alle condizioni regionali, unitamente ad altri indici ambientali quali: WSI (Wild State Index), BSI (Buffer Strip Index), ELI (Enviromental Landscape Indices), e l'area studiata è l'intero bacino imbrifero del Fiume Cedrino.
Il presente progetto di ricerca vuole definire la qualità biologica delle acque nelle stazioni studiate, le caratteristiche ambientali e le ricadute ambientali sulla vegetazione presente nelle zone attigue di ripa.
L'applicazione contemporanea dell'IFF (Indice di Funzionalità Fluviale), e l'uso di macrofite acquatiche come possibili indicatori di qualità ecologica costituisce poi una nuova metodologia di indagine di cui si vuole valutare l'efficacia e l'applicazione sui sistemi della realtà ecologica ambientale. Il presente studio vuole abbinare l'uso degli indici di funzionalità per validare l'efficacia degli Indici Macrofitici in ambienti di tipo mediterraneo legati fortemente alla stagionalità, il cui regime fluviale è di tipo torrentizio e quindi profondamente diverso da quelli continentali.
A livello Europeo si ha la necessità tramite strumenti legislativi di prevedere l'uso della bioindicazione come strumento tecnico scientifico per la diagnosi degli ecosistemi acquatici in senso più ampio. (Analisi e applicazione normativa CEE (direttiva 60/2000/CE).
In Italia alcune sperimentazioni circa l'uso di Indici macrofitici sono iniziate a partire dagli anni 90, e prevalentemente nel settore nord-occidentale dell'Italia, l'innovazione in questo senso è data dalla sperimentazione da effettuare in Sardegna. Esiste la necessità, a livello nazionale e a livello europeo, di riferirsi a metodologie ideate e testate, uniformando e standardizzando le modalità di raccolta dei dati attraverso la creazione di protocolli di rilevamento e campionamento, secondo le realtà regionali. Sarà necessario condurre la ricerca con la finalità di formalizzare le modalità e le schede di rilevamento di dati come strumento per la raccolta delle informazioni sia per le applicazioni delle metodologie di indicizzazione sia per studi di tipizzazione delle comunità a livello regionale e che in seguito potranno essere utilizzate routinariamente nell’ambito del monitoraggio dei corpi idrici superficiali locali. Le condizioni ambientali di un corso d’acqua e della porzione di territorio che lo accoglie, possono essere determinate con l'uso di particolari indici biotici, come l'IBE (Indice Biotico Esteso), e l'IFF (Indice di Funzionalità Fluviale). Tali indici permettono inoltre di rilevare possibili relazioni tra lo stato di qualità ambientale del sistema fluviale e lo stato delle formazioni forestali presenti nel territorio. In fine è possibile individuare ambienti rilevanti sotto il profilo naturalistico come pure tratti degradati.
Le informazioni derivanti dalle attività in oggetto possono quindi essere impiegate per la predisposizione di interventi volti al ripristino e riqualificazione ambientale.
Nel corso del primo anno sono stati frequentati diversi corsi di settore, oltre alla partecipazione a seminari econvegni sulle discipline nel settore forestale e ambientale.

Per quanto concerne le ricerche, si è proceduto ad effettuare la raccolta bibliografica su testi e riviste di settore, siti web specifici, contatti specialisti di settore. Si è proceduto ad effettuare il sopralluogo, la proggettazione, realizzazione scelta delle stazioni e tipizzazione ambientale. ad ottobre e novembre si è proceduto ad effettuare sia i rilievi delle macrofite che i campionamenti ai fini IBE.
Durante questo primo anno ho avuto modo di espletare attività didattica, realizzando e tenendo due seminari con esercitazione in laboratorio agli studenti del terzo anno sui fondamenti del'ecologia fluviale e sulla bioindicazione. Inoltre mi sono occupata di allestire il laboratorio e ricercare e acquisire l'attrezatura necesaria per la realizzazione della ricerca. nonchè del reclutamento e addestramento di studenti laureandi per la realizzazione della ricerca.
Attualmente presso il laboratorio vengono espletate diverse attività di ricerca oltre a quelle relative alla mia tesi di dottorato, di cui mi occupo.

19 gennaio 2006

EVOLUZIONE DI UNA MASSIMA




In tutti i settori professionali è necessario avere un "modus operandi" che normalmente scaturisce da principi personali talvolta ben radicati e talvolta no.
Ne esistono di ogni genere, in questa sede, la mia intenzione è quella di mettere in discussione i miei, non solo in ambito professionale ma anche in quello personale.
Inizialmente prese forma per la prima volta a 15 anni al primo anno delle superiori, grazie ad una docente, guardacaso, di scienze che continuava a ripetere: "Per riuscire nella vita è necessario avere stima di se stessi".
Spesse volte da allora mi sono fermata a rifletterci su, e con il passare del tempo mi rendevo conto che questa frase era una chiave importante, soggetta a mille interpretazioni, ma alla fine parlava di "dignità personale", il diritto che nessuno di noi deve mai negare a se stesso.
Avere stima di se come di qualcun altro non significa certo impersonarsi in arrivisti, narcisisti, egoisti e così via...significa avere rispetto di se stessi; solo chi è capace di rispettare se stesso riesce a rispettare il mondo e a farsi rispettare.
Decisi di farla mia e seguirla sempre. Più tardi ho scoperto che nella vita non serve solo "stimare", ma è fondamentale la coerenza con il prossimo ma prima ancora verso se stessi. Bisogna avere coerenza, per essere equilibrati e rispettare noi e il mondo.
Mi chiesi "ma per essere coerente sino in fondo che debbo fare?"...con l'esperienza capii: NESSUN COMPROMESSO!, ovvero mai fare cose in cui non credo, se così non facessi rischierei certamente di confondermi e a tal punto sarei costretta a fare dietro front...invece di andare avanti. Credo di aver preso sulserio questo modo di fare...e oggi la mia massima evoluta è: "Per riuscire nella vita è necessario: avere stima di se stessi e coerenza, per evitare di conforndersi facendo cose in cui non si crede ed essere costretti a tornare indietro"!